José Domingo Molas: dalla Guerra del Chaco alla Resistenza in Piemonte
Venerdì 8 aprile, alle 21, allo Teatro Balbo di Canelli andrà in scena lo spettacolo teatrale “José Domingo Molas: dalla Guerra del Chaco alla Resistenza in Piemonte”, di e con Marco Gobetti.
Lo spettacolo
Il monologo è liberamente ispirato al saggio “José Molas, salesiano” di Dario Rei e al diario “Polvareda de bronce: en los caminos trágicos del Chaco paraguayo” di José Domingo Molas.
Originario di San Estanislao in Paraguay, Molas (1901-1984) studia al collegio salesiano di Montevideo e poi all’Istituto teologico internazionale della Crocetta di Torino, dove si laurea e viene ordinato sacerdote. Tornato in patria, è cappellano militare durante la Guerra del Chaco, combattuta fra Paraguay e Bolivia dal 1932 al 1935. Nel 1936 va missionario in Thailandia. Dal 1938 è ancora in Italia come rettore del Santuario dedicato a San Giovanni Bosco, in frazione Becchi di Castelnuovo d’Asti (oggi Castelnuovo don Bosco). Conoscitore di ben cinque lingue, dà prova di intelligenza, coraggio, generosità e umanità proverbiali: sfida gli attacchi aerei al volante di un’auto, nasconde soldati alleati e porta a termine scambi di prigionieri fra le bande partigiane del Monferrato e le truppe nazifasciste. Abile diplomatico, si guadagna la riconoscenza di interi paesi, che salva puntualmente dalle rappresaglie tedesche. Tornerà in Sud America nel 1951, accolto con ogni onore quale “eroe del Chaco”.
Il monologo è liberamente ispirato al saggio “José Molas, salesiano” di Dario Rei e al diario “Polvareda de bronce: en los caminos trágicos del Chaco paraguayo” di José Domingo Molas.
Originario di San Estanislao in Paraguay, Molas (1901-1984) studia al collegio salesiano di Montevideo e poi all’Istituto teologico internazionale della Crocetta di Torino, dove si laurea e viene ordinato sacerdote. Tornato in patria, è cappellano militare durante la Guerra del Chaco, combattuta fra Paraguay e Bolivia dal 1932 al 1935. Nel 1936 va missionario in Thailandia. Dal 1938 è ancora in Italia come rettore del Santuario dedicato a San Giovanni Bosco, in frazione Becchi di Castelnuovo d’Asti (oggi Castelnuovo don Bosco). Conoscitore di ben cinque lingue, dà prova di intelligenza, coraggio, generosità e umanità proverbiali: sfida gli attacchi aerei al volante di un’auto, nasconde soldati alleati e porta a termine scambi di prigionieri fra le bande partigiane del Monferrato e le truppe nazifasciste. Abile diplomatico, si guadagna la riconoscenza di interi paesi, che salva puntualmente dalle rappresaglie tedesche. Tornerà in Sud America nel 1951, accolto con ogni onore quale “eroe del Chaco”.