BEPPE FENOGLIO Piccola antologia fotografica di Aldo Agnelli
Cliccare sullimmagine per ingrandire
Memoria Viva Canelli e Centro Pavesiano Museo Casa Natale presentano: Beppe Fenoglio nell’obiettivo di Aldo Agnelli Piccola antologia fotografica di Aldo Agnelli Santo Stefano Belbo, CE.PA.M, via Cesare Pavese 20 Dal 24 agosto al 29 settembre 2013 ‐ Orario di visita: sab e dom : 9.00 ‐ 12.00 / 15.00 ‐ 18.00; giorni feriali: su prenotazione, telefonando al n. 333/9379857 «Mi chiedi una fotografia. Ora, sono sette anni circa che non mi faccio fotografare. Dispongo di una sola istantanea, abbastanza felice, ma temo non faccia al caso Vostro (…) Comunque te la mando, perché, ripeto, non ho altre mie foto. Se proprio non va, e credo di poter anticipare il giudizio negativo, un mio amico fotografo me ne farà un’altra, un corretto mezzo busto, che ti manderò di fretta.» Così scrive Beppe Fenoglio, il 9 febbraio1952, aItalo Calvino che gli ha richiesto una fotografia per «Notiziario Einaudi», pubblicazione della casa editrice in cui si sarebbe finalmente annunciata l’uscita (a giugno dello stesso anno) della raccolta dei “Racconti barbari” dello scrittore di Alba, in extremis intitolata I ventitré giorni della città di Alba. Ma qual è il rapporto di Fenoglio con la fotografia? Cosa intende quando dice che da sette anni non si fa fotografare? Possediamo in realtà diverse istantanee di Fenoglio, scattate tra il 1945 ed il 9 febbraio 1952: quasi sempre vi compare in compagnia degli amici più stretti, in occasioni di feste, passeggiate in città o in collina, ritrovi pomeridiani in piazza o al caffè. Sono gli anni dell’immediato dopoguerra, quando può riprendere una vita sociale più distesa, e la generazione dei Fenoglio (classe 1922) può recuperare una dimensione “giovanile” dello svago, del tempo libero, lontano dalle scansioni “formative” e militari imposte dal regime fascista e dalle limitazioni psicologiche e materiali derivate dal tempo di guerra. «Le cose di prima, a dopo», fa dichiarare lo scrittore ad alcuni suoi partigiani letterari, nel pieno della guerra di resistenza: e nelle fotografie che Fenoglio non considera utili per Calvino, nel 1952, è rappresentato soprattutto questo reimpossessarsi, inevitabilmente sfasato, del prima nel dopo. Tra i compagni che condividono le giornate di Beppe Fenoglio c’è l’amico fotografo cui accenna a Calvino: è Aldo Agnelli (classe 1924), figlio d’arte di uno stimato professionista con bottega ad Alba, in via Mazzini. L’amicizia e la consuetudine tra Aldo e Beppe è nata nell’adolescenza, all’interno di una stessa classe sociale (sono figli di “negozianti”) e di una cittadina chiusa nel perimetro della circonvallazione, circondata da un fiume e da colline che per entrambi sono luoghi densi di richiami suggestivi. Sono molte le uscite in Langa, con gli amici più intimi, a spasso dentro il paesaggio che Fenoglio farà diventare un elemento essenziale, reale e metafisico, delle sue opere maggiori – mentre Aldo lo racconterà in immagini fotografiche personali, mai su commissione, “marginali” dunque rispetto al suo lavoro di bottega ma fondamentali per la sua formazione di autore. Si deve soprattutto a queste passeggiate la fortuna di avere oggi un album fotografico di Beppe Fenoglio di qualità ed esattezza straordinarie, in cui risalta indiscutibile la presenza umana netta, riflessiva e ironica dello scrittore partigiano. I veri e propri “ritratti” di Fenoglio ad opera di Agnelli (di Fenoglio solo, non più necessariamente in gruppo, spesso solo con il paesaggio) fioriscono proprio a partire dal 1952: non è mai il «corretto mezzo busto» da fototessera minacciato nella lettera a Calvino; sempre invece la cattura (che sia più o meno provocata o “rubata”, con la manifesta o nascosta complicità del soggetto) di una presenza di una intensità incontestabile, che il bianco e nero di Agnelli riesce a fermare con delicatezza, registrandola con cura, riconoscendone la forza naturale, l’eleganza e la «sportmanship». I 14 scatti proposti in questa piccola antologia fenogliana di Aldo Agnelli sono dunque l’omaggio a un’amicizia e l’occasione di entrare, quasi direttamente, nella vita troppo breve di Beppe Fenoglio. Le stampe sono tratte dai negativi originali (di proprietà di Agnelli e tutelati dal Centro studi “Beppe Fenoglio” di Alba), e sono rese nel rispetto delle loro effettive dimensioni: ecco perché, sebbene si tratti d’immagini già viste (alcune insistentemente, distrattamente riproposte), costituiscono fonte di sorpresa, quasi si trattasse d’inediti. Nella loro interezza, senza ritocchi o ritagli, sono esattamente quanto inquadrato dall’occhio di Aldo Agnelli in quel momento: il grado più vicino possibile, per noi oggi, per arrivare a sfiorare e a trascorrere del tempo con Beppe Fenoglio. LE DIDASCALIE: 1 ) A Valdivilla, luogo di battaglia partigiana (fine anni Cinquanta) 2 ) Sulle colline dell’Alta Langa 3 ) A San Benedetto Belbo 4 Beppe Fenoglio (1922‐1963) 5 ) A San Benedetto Belbo 6 ) Beppe Fenoglio a Cascina Andreana, in Alta Langa (primi anni Sessanta) 7 ) Con gli amici Gianni Toppino e Felice Campanello a Borgomale (1954) 8 ) Gli amici Aldo Agnelli, Beppe Fenoglio e Francesco Morra a Murazzano 9 ) A Ginevra, conla Bibbiain lingua inglese, di fronte all’Auditoire Calvin (1960): la sola fotografia – ricorda Aldo Agnelli – che Fenoglio si sia fatto scattare deliberatamente, acquistando il volume della bibbia in una vicina libreria. 10 ) A casa del fratello Walter a Ginevra (1960) 11 ) Con la moglie Luciana a Ginevra, in viaggio di nozze (1960) 12 ) Con la figlia Margherita (1961) 13 )I funerali civili di Fenoglio, in via Maestra ad Alba. In primo piano si riconosce Italo Calvino (19 febbraio 1963) 14 ) Beppe Fenoglio (1922‐1963) Scheda a cura di Edoardo Borra. La mostra è a cura del Centro di documentazione “Beppe Fenoglio”, Fondazione Ferrero, via Vivaro 49, Alba CN. Tel. 0173 295098 info.cultura@fondazioneferrero.it